domenica 16 gennaio 2011

Recensione: Planet of the apes - Il pianeta delle scimmie (Dvd)


Leggermente sbalordita dalle tecniche usate dal nostro amato Tim Burton, egli sembra aver abbandonato momentaneamente quella vena dark che contraddistingueva “Nightmare Before Christmas” , le ambientazioni colorate e tetre allo stesso tempo di “Beetlejuice” e così via. Molti fan sono rimasti delusi da questo film poiché il regista prende in considerazione astronavi e pianeti nello spazio, soggetti che sicuramente non ci aspetteremmo da Burton (a parte “Mars Attack!” in cui però la firma di Tim Burton è alquanto evidente…). Se non ci fosse scritto sul DVD che il regista è proprio lui non credo che avrei mai indovinato! Forse potevo azzardare un Steven Spielberg, oppure un James Cameron, per via di tutti questi effetti speciali spaziali e ben realizzati. Evidentemente Tim ha deciso per l’anno 2001 di tralasciare le sue famose e particolari tematiche tetre per dedicarsi ad un progetto diverso. Forse stanco dei soliti soggetti spettrali e mostruosi, o probabilmente per una paura (a parer mio irrazionale…) di cadere nell’ovvio e nel banale. 

Sta di fatto

che il nostro artista Burton ci presenta questa pellicola nel 2001. Essa si basa su un pianeta interamente abitato da scimmie-uomo (sono scimmie ma ad uno stadio evolutivo ben più alto) che tengono prigionieri gli umani considerandoli come delle bestie e/o schiavi. Abbiamo il nostro bellissimo protagonista Mark Wahlberg che interpreta la parte dell’astronauta Leo Davidson che per sbaglio cade con la sua navicella in questo pianeta di scimmiotti e dovrà affrontare assieme ad altri umani che riescono a fuggire la crudeltà degli abitanti-scimmie.
Figura molto dolce e comprensiva è Ari (Helena Bonham Carter), un’aristocratica scimmia figlia di un potente senatore. Ella crede profondamente nella lotta contro queste barbarie contro gli umani e cercherà in tutti i modi possibili, rischiando persino la propria vita, di aiutarli a fuggire. Ari rappresenta sicuramente la FIGURA MORALE della storia, combattiva come un’eroina coraggiosa e saggia nonostante la sua giovane età. Si intravede in modo evidente quanto ella vorrebbe essere un’umana, godere della loro cultura, delle loro usanze. Non riesce a vivere più un’esistenza tranquilla, tormentata dalla crudeltà delle altre scimmie, soprattutto da parte di Thade (Tim Roth), il capo dell’esercito nonché torturatore e sterminatore estremo degli umani. Egli invece rappresenta la FIGURA MALIGNA (antagonista) per eccellenza, in lui è raccolta l’essenza primordiale dell’odio puro nei confronti di una razza che non è la sua. Senza pietà, il suo intento è quello di sterminare la razza umana. Non viene chiarito il motivo di questo suo odio innato, è un personaggio cattivo di per sé, intollerante nei confronti di altri costumi ed usanze, se non quella del Dio Simus, il creatore delle scimmie e del pianeta stesso.

SIGNIFICATO


E’ molto interessante il significato intrinseco di questo film. ”Il pianeta delle scimmie” (titolo originale, ”Planet of the apes”) si basa interamente sul significato della tolleranza nei confronti di altre razze. Si focalizza sulla paura irrazionale delle persone nei confronti di culture che non ci appartengono o per meglio dire che sono molto diverse dalle nostre. IL DIVERSO VA ANNIENTATO. E chi lo dice? Non andrebbe forse conosciuto meglio ed in un secondo momento magari accettato? Questo è il ruolo che ricopre la nostra dolce Ari che rappresenta la luce in fondo al tunnel. Ma spesso far ragionare e proporre le proprie tesi non basta a far sì che le persone smettano di odiare, torturare, distruggere e uccidere. Assistiamo anche ad uno dei principi base della nostra esistenza: IL RISPETTO DELLA NATURA E DEGLI ANIMALI. Durante lo svolgimento del film è molto particolare il cambiamento dall’approccio umano a quello animale. Gli umani, nelle loro astronavi, tengono le scimmie dentro le gabbie, istruendoli e spedendoli nello spazio per non rischiare di perdere un uomo della ciurma. Le scimmie vengono trattate con abbastanza umanità, ma ricordiamoci che è solo un film, nella realtà è peggiore se consideriamo anche esperimenti, vivisezioni ecc… Gli abitanti-scimmie si comportano allo stesso identico modo: tengono gli umani in gabbia oppure li vendono come “animali domestici” ad altre scimmie. Assistiamo quindi ad una sorta di VENDETTA inflitta sugli uomini da parte delle scimmie stanche di essere considerate degli oggetti. Ovviamente questo non è palese nel film, nel senso che le scimmie non si vendicano per come gli umani li hanno sempre trattati, questo loro non lo sanno, non sanno neanche che sono state generate dagli umani stessi, l’odio e l’intolleranza sono provocate semplicemente dalla paura del diverso. Niente di più, niente di meno.
Sono molto interessanti i dialoghi tra le scimmie, equivalenti a quegli sciocchi discorsi che assistiamo oggigiorno tra gli umani. Un esempio è la frase ”il governo non sterilizza gli umani perché comporta un costo molto alto. E poi dicono che sono grandi portatori di terribili malattie “. Quante volte avrete sentito dire questa frase per quanto riguarda gli animali ed alcune volte non è per niente così? Molto interessante è l’altra faccia della medaglia, ovvero quello che le scimmie pensano di noi. Risposta molto furba e pungente di Ari “come facciamo a saperlo? Il governo brucia i cadaveri prima ancora di poterli esaminare”. È la battuta che ho preferito in assoluto. Rispecchia, a parer mio, la tragica ignoranza che ci assale ogni giorno.

IL LINGUAGGIO ESPRESSIVO


Tim Burton si è mosso davvero molto bene per quanto riguarda l’espressività dei personaggi. Non gli sfugge niente. Sono espressioni del corpo abbastanza banali se ci soffermiamo a guardare il comportamento delle scimmie, ma forse talmente banali da non essere considerati.
Ad esempio, quando le scimmie sono a tavola, annusano il cibo prima di portarlo alla bocca, tenendolo con le mani in un modo che rispecchia a pieno un eventuale azione di una comune scimmia nell’atto del mangiare. Oppure, quando le scimmie sono eccitate oppure arrabbiate, battono i pugni sui petti emettendo i tipici “suoni scimmieschi”. Gli attori in questione (che comprendono tutti quelli del film, non solo i principali) sono molto convincenti e molto bravi nel calarsi nella parte delle scimmie.

IL PIANETA


Vediamo la società delle scimmie identica alla nostra. Gente che si ubriaca, cene a tavola, famiglie, bambini, si esprimono tramite l’uso della parola, si atteggiano quasi come gli umani, a parte il fatto che barcollano un po’ tipico del movimento delle scimmie. Ari assieme al suo complice, trovano davvero ridicolo che in un eventuale altro pianeta (che sarebbe la terra) le scimmie possano essere chiuse in gabbia o addirittura non parlare, aggiungendo che “forse non parlano perché si rifiutano di farlo visto il modo in cui vengono trattate”. Persino il concetto di “zoo” gli è completamente sconosciuto.

QUINDI


Consiglio la visione. Distaccatevi dai soliti film di Tim Burton perché, come scritto all’inizio della recensione, il modo, i personaggi, le ambientazioni, non sono assolutamente analoghi a quelli dei suoi soliti film.
Attori molto bravi, non è facile calarsi nel ruolo di una scimmia per 1 ora e 55 minuti circa. Finale originale, vale la pena.
Spero di esservi stata utile! Buona visione!

INFORMAZIONI SUL DVD

Titolo: Planet of the apes
Regia: Tim Burton
Attori: Mark Wahlberg, Tim Roth, Helena Bonham Carter
Durata: 1 ora e 55 minuti circa
Audio: Italiano, Inglese
Sottotitoli: Italiano, inglese, danese, finlandese, svedese, norvegese
Sceneggiatura: William Broyles Jr.
Produttore: Ross Fanger, Katterli Frauenfelder, Iain Smith, Richard D. Zanuck
Produttore esecutivoRalph Winter
Casa diproduzione: Twentieth Century-Fox Film Corporation, The Zanuck Company
Distribuzione(Italia): 20th Century Fox Italia

CURIOSITA’


Questo è il remake dell'omonima pellicola del 1968, tratta dal romanzo “Il pianeta delle scimmie” (La Planète des singes) di Pierre Boulle.







QUESTA MIA RECENSIONE è STATA PUBBLICATA, DA ME, ANCHE SU ALTRI SITI INTERNET IN CUI SONO INSCRITTO

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